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Thu, Mar

 

CONDINO. E’ probabile che si tratti di una bravata da ragazzi, sta di fatto che qualcuno si è introdotto in quella casa disabitata. Si tratta di una casa a Condino dislocata a est della contrada Acquaiolo in prossimità del ponte di Caramara a pochi passi da un capitello.

Il fatto risale a qualche giorno, è stato prima forzato l'ingresso e poi se ne sono andati, si sono portati via solo manicotti e tubature, comunque utilizzabili.

 

 

Ci siamo accorti solo dal fatto che l’ingresso principale risultava parzialmente aperto ma ben visibile dalla strada” dice una delle comproprietarie. Quindi la signora aggiunge: “Con la burocrazia vigente non so se ne valga la pena scomodare le forze dell’ordine”.

 

DARZO. L’area è di circa sedici mila metri quadrati e sino ad una ventina di anni fa dentro quel vasto conoide abbandonato e dislocato a sud di Darzo operava la Mineraria Maffei, a suo tempo riconducibile all’ingegnere Italo. Si ricorda quel professionista, originario di Introppio nel varesotto con casa a Trento a due passi dalla stazione ferroviaria, anche perché era stato sequestrato e poi liberato - sembra dietro riscatto - in Sardegna.

Fino a tre mesi fa il complesso era appartenuto alla Minerali Industriali con sede a Novara, contiene tuttora un capitello votivo ed è stato rilevato dal Gruppo Caré di Bagolino. Gli imprenditori sono già proprietari in quelle stesse parti di un rustico e nel complesso delle consociate danno lavoro ad una quindicina di dipendenti, stanno oggi valutando il da farsi: c’è chi parla di un residence e chi intravede un’area commerciale.

Appena sottoscritto il preliminare d’acquisto, tre mesi fa proprio davanti a quel segno votivo – avverte il capofila Diego - io e la mia famiglia ci siamo riuniti e abbiamo acceso un cero. Questo per dimostrare e far comprendere che su quello spiazzo, che va anche al di là della statale, noi intendiamo portare avanti e sviluppare nel tempo iniziative serie”.

 

 

Ad estrarre minerale dalle montagne di Darzo ancor prima dei Maffei si era insediata la Corna & Sigma Baritina, il complesso ha ora come referente la famiglia Tanghetti che al momento conta un numero di dipendenti quante le dita di una mano .

Statisticamente parlando – dice facendo mente locale Angelo Delaidini che ha trascorso una vita come dirigente alla Corna di Piero Corna Pellegrini – a Marigole operava la Baritina, in val Cornera i Maffei poi estesi pure anche su Giustino e Campo Trentino nonché Felice Cima a Paèr. Sommando le varie realtà di quell’epoca erano almeno 130 le persone che in quegli anni estraevano e lavavano barite in territorio di Darzo. A questi vanno aggiunti trasportatori e ditte esterne e si è subito ad oltre 160 170”.

Con l’operazione Minerali Industriali – Carè si chiude di fatto un’epoca che per oltre un secolo ha creato un rilevante polo lavorativo in quel di Darzo, la concentrazione di uomini e mezzi ha fatto storia e lasciato il segno.

 

 

CONDINO. Da qualche mese a questa parte anche i vigili del fuoco di Condino hanno una nuova e funzionante sede. La caserma, che ufficialmente sarà inaugurata sabato 4 giugno, darà modo agli attuali 30 volontari di usufruire di una struttura adeguata. E' situata in Via Pirola e prossimamente sarà dotata di pista elicottero illuminata: la distanza dall’abitato e la dislocazione su più strade primarie è sicuramente ottimale per ospitare pompieri e mezzi di soccorso onde non creare fastidi all’abitato.

 

 

Sono lontani i tempi quando i pompieri, allora coordinati prima da Mario Garbaini e poi dal figlio Nello, avevano sede alla Sorba, poi nella sottostante Piazza San Rocco da Pasqua e Tancredi a due passi dall’osteria alla Veranda, quindi al Corona e per ultimo a due passi dal Capitèl della Crosàta.

Era indispensabile avere una sede adeguatamente dislocata dove ospitare gli otto mezzi di cui siamo dotati e una sala operativa utile nelle emergenze” afferma il comandante Roberto Pizzini. Quest’ultimo si avvale del suo vice Patrik Rosa che ha preso il posto di Roberto Butterini. Al cerimoniale confluiranno a Condino anche i colleghi di Brione, Cimego e Castello per un totale di 100 uomini.

Il geometra Paolo Franzoni è all’ufficio tecnico del comune di Borgo Chiese ed è lui che fornisce riscontri sull’opera: “Costo quasi 2 milioni, l’impresa Lombardi di Bagolino ha impiegato meno di due anni considerato che nel frattempo è avvenuto anche il trasloco”.

Il cerimoniale di giornata prevede la sfilata da Piazza San Rocco ad ore 9.30 e poi discorsi, benedizione, taglio del nastro e rinfresco per tutti.

 

CONDINO. Ieri l’altro a Condino si sono svolte le onoranze funebri di Gina Lenzi, originaria di Riva del Garda, di anni 94 e da tempo ospite presso la locale casa di riposo. Era moglie di Bruno Vivari e lascia i tre figli: Rita, Nadia e Federico, che vivono rispettivamente a Cesena, in Germania e a Trento. 

 

 

Alla funzione funebre, ufficiata dal reverendo arciprete don Luigi Mezzi, la nuora Paola Calza, compagna di Federico, che lavora in comune a Trento: dalla cantoria ha eseguito Pamis Angelicum, Vergine degli Angeli e Laudate Domini mentre all’organo l’accompagnava il professor Dario Donati. Dopo quest'ultimo saluto la salma è stata trasferita da B2 per la cremazione. 

 

Gina Lenzi era spesso conosciuta in relazione al marito, Bruno Vivari, che era stato segretario comunale a Condino per una quindicina di anni 1953 – 1968. A contrassegnare la sua presenza l’arrivo in paese di due realtà imprenditoriali rilevanti come le officine Gra nel 1961 e poi nel 1964 le Cartiere Trentine, quest’ultima avendo all’epoca come referenti i fratelli Rino, Flavio e poi anche Gianni Serafin. Vivari era originario di Fai della Paganella, prima di approdare a Condino aveva ricoperto lo stesso mansionario a Madruzzo. Più che un contabile era un manager: assieme all’allora sindaco Pietro Butterini erano riusciti a trasformare il paese in polo industriale di elevata portata. Un’ operazione storica gestita con l’allora presidente della Provincia Bruno Kessler che con Vivari nel 1940 aveva frequentato la Scuola militare alpina ad Aosta. La cartiera, ora appartenente al gruppo Sappi, rappresenta la realtà più quotata e appetibile dal punto di vista delle stesse maestranze. Da Sella Giudicarie alla vicina Valsabbia, tutti vorrebbero poter rientrare in quell’organico anche dal fatto che tempi e modi lavorativi sono ben remunerati.

 

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